L'archetipo di Eros e Thanatos è ormai entrato di
diritto nei concetti analitici delle scienze che studiano la psicologia umana.
Le figure di Eros e Thanatos risalgono alla mitologia greca e indicano due
elementi profondamente contrapposti fra loro: il primo rappresenta l'amore,
inteso come quella forza capace di creare la vita; il secondo, invece,
raffigura la morte e la distruzione che essa genera. Tutto ciò che esiste,
compreso l'uomo, può essere analizzato e spiegato tramite questi due concetti
contraddittori.
In altre parole, l'esistenza si riduce essenzialmente a due tipi
di pulsioni: una pulsione di vita
(Eros), che implica il principio della
sopravvivenza, e una pulsione di morte
(Thanatos), che si manifesta
invece in tendenze autodistruttive.
Nelle sue pubblicazioni, Sigmund Freud si è
servito di personaggi della mitologia classica per spiegare con maggiore
facilità tratti psicologici dell'essere umano. Per Freud ogni uomo è dominato
da un istinto di creazione pacifica e da un impulso distruttivo, che si esprime
attraverso l'aggressività verso il prossimo e sé stessi. Di fatto, ogni uomo
desidera la felicità, ma le contingenze della vita e della comunità spesso
impediscono di conseguire quest'obiettivo. La vita diventa così un tormentoso
bilanciamento fra queste due forze non solo a livello individuale, ma anche sul
piano dell'intera società civile: nel Disagio della Civiltà
(1929) Thanatos è
a tutti gli effetti rappresentato come il nemico della civiltà. Si tratta di
un nemico che risiede nel profondo dell'animo umano, in grado di manifestarsi
anche (e soprattutto) in società che cercano di favorire l'espressione della
libido nelle forme pacifiche dell'arte o della scienza.
Il problema della società moderna è, secondo
Freud, rappresentato dalla volontà delle istituzioni di annullare
l'aggressività degli individui senza lasciargliela sfogare. L'impulso represso
dell'aggressività fa però parte dell'uomo: nasce così il senso di colpa.
Si tratta di un processo psicologico che generalmente rischia di separare
conflittualmente il subconscio e il cosiddetto Super Io, ossia una specie di
controllore interno (ma non per questo gestito dal soggetto) capace di creare
una nevrosi di una certa portata. L'archetipo di Eros e Thanatos si inserisce
perfettamente nel momento storico in cui fu formulato ed è ancora oggi, in un
mondo caratterizzato dalla violenza e dall'ombra della guerra, un concetto
decisamente valido.